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Digital Recruiting: il futuro oltre LinkedIn

“Z Revolution, la generazione che sta cambiando aziende e lavoro”.

Il libro, curato da Andrea Iovene e Serena Affuso, raccoglie i contributi di oltre trenta manager, recruiter ed esperti che fanno parte della Community dei Master in HR (graduate ed executive) promossi dall’IPE Business School.

Di seguito il secondo capitolo del libro realizzato da Rita Dotti, National Professional Consultant, HR Talent Acquisition – Gi Group Holding

“Nell’era dell’oramai avviata quarta rivoluzione industriale è il digitale con le nuove tecnologie informatiche a farla da padrone, impattando a 360° ogni aspetto della nostra vita, personale e lavorativa.

In ambito lavorativo, la rapida crescita tecnologica è una delle tendenze più impattanti se guardiamo al futuro e alle professioni del futuro.

Numerosi sono gli studi di settore che evidenziano come più della metà delle professioni di oggi sono scomparse/ scompariranno e come le aziende hanno sempre più difficoltà nel reperire talenti digital e figure altamente specializzate, delineandosi in maniera pre- potente il cosiddetto Digital Mismatch.

Il ruolo strategico che HR ha assunto negli ultimi anni all’interno delle organizzazioni aziendali, come tutti i ruoli, è stato investito, inevitabilmente dalla rivoluzione digital in tutti i suoi aspetti.

A partire da quello del recruiting, che è diventato sempre più digital.

Oggi per digital recruiting intendiamo quel processo di assunzione delle risorse in azienda, svolto con il su porto di strumenti digitali con l’obiettivo di attrarre, e conseguentemente, assumere risorse/talenti, più in linea con una determinata offerta di lavoro.

Era impensabile fino a qualche anno fa pensare di poter gestire i processi di assunzione con gli strumenti tecnologici che hanno a disposizione oggi le aziende.

La pandemia e il Covid-19 hanno internalizzato una modalità di gestione del recruiting in un sentiero già solcato dalle moderne tecnologie.

Oggi il 97% dei processi di recruiting inizia, si sviluppa e termina da remoto.

Le piattaforme di videoconferenza che sono diventate uno strumento necessario per impedire, nell’era pandemica, il blocco totale del lavoro, oggi sono uno strumento imprescindibile.

Sdoganato il colloquio in presenza, e la famosa “stretta di mano”, che costituiva, in tempi lontani il primo oggetto di valutazione del recruiter, oggi la prima cosa che notiamo noi Recruiter è la postazione di lavoro o quella da dove si sta sostenendo il colloquio, spesso la cameretta dei candidati in selezione.

WhatsApp, che vedeva non molto tempo fa ancora la tutela della nostra privacy, oggi diventa lo strumento migliore, anche in contesti lavorativi, per poter veicolare in maniera più efficace, e soprattutto più veloce, la comunicazione.

Non mi capita raramente, nella settimana lavorativa, di utilizzare anche la funzione video di WhatsApp, come strumento di videoconferenza.

Soprattutto nel caso di candidati che non sono legati ad una sede fisica o ad un ufficio, e che lavorano principalmente on field.

L’implementazione degli strumenti tecnologici, da quelli più comuni e per certi versi oramai “banali” come le piattaforme di videoconferenza, a quelli più evoluti (ATS, Machine Learning), è il principale trend degli ultimi anni in tema di lavoro.

In tutti settori e reparti aziendali. La tecnologia supporta in maniera funzionale e strumentale anche HR.

Nel processo di recruiting l’utilizzo delle nuove tecnologie ha generato e continuerà a generare processi di assunzione rivoluzionati, che oggi ci permettono di velocizzare l’iter di selezione, con un impatto notevole in tema di tempi e costi nella selezione del personale. E non solo. Anche nel lungo periodo.

Uno studio del National Bureau of Economic Research ha confrontato oltre 300.000 assunzioni ottenute tramite l’utilizzo di strumenti di Digital Recruiting con altre che hanno sfruttato l’utilizzo di queste tecnologie.

I risultati sono sbalorditivi. Le assunzioni ottenute tramite Digital Recruiting non solo sono durante di più in tema di engagement dei candidati, ma nel lungo periodo, il 25% delle stesse è risultato più idoneo nel match tra competenza richiesta e talento acquisito, rispetto alle assunzioni ottenute con gli strumenti tradizionali.

Le nuove tecnologie emergenti, che a man mano stanno modificando le modalità e gli strumenti che sono legati alle attività di ricerca e selezione del personale, vanno ben oltre la pubblicazione dell’annuncio web sui siti istituzionali.

Iniziare un processo di recruiting con gli strumenti digital, prevede una vera e propria pianificazione della strategia di reclutamento online.

Sicuramente la pubblicazione dell’annuncio web su sito istituzionale dell’azione rimane uno dei principali canali, oltre all’utilizzo di siti specializzati nella ricerca del lavoro.

Tuttavia, oggi, l’evoluzione digital del recruiting si avvale sempre di più dell’utilizzo dei Social Network: Facebook, Twitter ma soprattutto LinkedIn.

Negli ultimi anni, i social media hanno assunto un ruolo sempre più rilevante nella nostra società, andando ad impattare anche il mondo del lavoro.

LinkedIn, tra le piattaforme di social network, è senza dubbio la più significativa.

Più anziano del più conosciuto Facebook, nasce nel 2002 da un’idea visionaria di Reid Hoffman, con l’intenzione di dare vita ad una piattaforma che mettesse in contatto aziende e persone reciprocamente in cerca di lavoro.

Pur non avendo nell’immediato un forte riscontro positivo (la crescita degli utenti che lo utilizzavano è stata molto lenta fino al 2006), LinkedIn ha rivoluzionato il processo di ricerca del lavoro, sia per i candidati che per le aziende, mettendo a disposizione di queste, anche funzioni a pagamento ancora più efficienti in termini di individuazione dei talenti giusti.

Attualmente la piattaforma conta più di 900 milioni di utenti in tutto il mondo, con oltre 55 milioni di aziende presenti e attive su LinkedIn.

Le statistiche dimostrano che il 77% degli utenti di LinkedIn ha trovato il proprio lavoro tramite la piattaforma, dimostrando il ruolo fondamentale che essa svolge nella ricerca di opportunità lavorative.

I recruiter lo utilizzano come strumento e fonte principale nella ricerca di talenti: oltre il 50% delle assunzioni passa attraverso LinkedIn, registrando una media di 3 nuove iscrizioni al secondo e 8 nuove assunzioni al minuto.

Il social media dei professionisti, che l’anno scorso ha compiuto 20 anni, non solo è un importante tool per la ricerca del lavoro, ma negli ultimi anni la tendenza che di registra, è quella di considerare lo strumento come una piattaforma in cui gli individui possono migliorare la loro posizione professionale, le skills, ed interagire con professionisti dello stesso settore.

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